
Dopo chiusure, riaperture, minacce di nuove chiusure, paure, speranze, disillusioni, arrabbiature, banchi a rotelle, informazioni e controinformazioni, monopattini, certezze e dubbi, dopo tutto e il contrario di tutto, dobbiamo dire che quello che sta accadendo è davvero divertente. Divertente se ci distacchiamo per un attimo e ci guardiamo attorno.
Tragico quando ci dobbiamo confrontare direttamente, in prima persona, con la realtà che ci circonda.
La tragedia, del resto, per sua natura contiene sempre anche degli aspetti comici che servono a stemperare un pathos e un’intensità emotiva talvolta eccessiva, insopportabile. Nel caso di ciò che sta accadendo attorno a noi, dal comico siamo già passati da tempo al surreale, al grottesco. Grottesco è proprio la parola più azzeccata, soprattutto nella sua accezione di spropositato, deforme, innaturale, inspiegabile, assurdo.
Parliamo delle persone. A volte mi sembra che, per quel che pensano e per come pensano, certe persone siano alieni che vivono su un altro pianeta e mi sembra di non poter più stabilire con loro un contatto comunicativo. Non le conosco e non le riconosco più. Come se fosse cambiato il vento, come se improvvisamente fossimo sintonizzati su frequenze diverse. Del resto, il concetto di alienità è quello che più ci ricorda la pazzia, la follia, che è definita tale proprio per l’impossibilità di gettare un ponte comunicativo tra sé e l’altro, che ci risulta incomprensibile, lontano; alieno, appunto.
È forse capitato anche a voi qualcosa del genere in quest’ultimo periodo? Magari sì, proprio con una persona che conoscete da tempo o con la quale avete un rapporto di parentela, o magari ascoltando una persona in tivù o uno sconosciuto per la strada. O magari no. Il che non significa che non vi facciate ugualmente delle domande e non vi chiediate spesso il senso e la sensatezza di molte cose che sentite o vedete. Ebbene: prendete atto che se non trovate il senso a ciò che sta accadendo, fate parte di quella minoranza che ha mantenuto un minimo di lucidità mentale e che non riesce più a riconoscere e a riconoscersi in quello che attualmente è la realtà. Non perché abbiamo perso il contatto con la realtà e siamo impazziti, così come si è sempre detto riferendosi ai malati mentali, che per questo venivano rinchiusi o emarginati. Più semplicemente, perché ritengo che i veri pazzi oggi siano coloro che mantengono il contatto con questo tipo di realtà. Ma poiché non possiamo rinchiudere tutti quei pazzi che oggi costituiscono la maggioranza delle persone, dobbiamo trovare delle soluzioni alternative al nostro disagio.
Una potrebbe essere quella di contrastare il sistema opponendovi una forza opposta e contraria, anche se, così facendo, finiremmo per alimentare proprio quel sistema che vorremmo indebolire. Ne sono un esempio le varie manifestazioni di protesta e di “riappropriazione della libertà”, che rischiano di alimentare solo la rabbia e il rancore col risultato che le cose, per quel che mi sembra, restano sempre uguali; proprio perché il sistema porta avanti comunque il suo progetto, addirittura nutrendosi dei malumori e della paura delle persone.
La seconda strada, ai miei occhi molto più sana ed efficace, potrebbe essere quella di restare saldi nelle proprie convinzioni e nella propria visione di una realtà che vogliamo, pur continuando a muoverci all’interno della realtà che il sistema ci propone. E questo, facendo slalom tra gli ostacoli che quotidianamente incontriamo e provando a mantenere da essa un distacco emotivo. Un po’ come se dovessimo tapparci il naso per attraversare una zona fetida e maleodorante. Lo so, mi ripeto, ma sono fermamente convinto che la realtà sia costruita da ognuno di noi. Una certa rappresentazione della realtà può diventare reale e acquistare consistenza di realtà “vera” solo se è sostenuta e condivisa da un numero sufficiente di persone, che vi aderiscono e ci si adeguano. Siamo noi che alimentiamo e sosteniamo la realtà che viviamo.
A chi pensa che il mio sia un invito alla passività e alla deresponsabilizzazione, uno stare con le mani in mano mentre le cose peggiorano, dico che è libero di pensarlo. Così come io mi sento libero di proporre la mia visione delle cose. Una visione in cui quello che sta accadendo è il preludio ad una sorta di sdoppiamento della realtà dove ognuno avrà accesso al livello di realtà che più è in sintonia con le sue convinzioni di oggi. Domani, ognuno vivrà la realtà che oggi ha scelto di vivere.
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