
Oggi sappiamo che la realtà è un fatto oggettivo solo nel momento in cui la osserviamo. Ce lo dice la fisica quantistica, rassicurandoci sul fatto che nonostante ciò che vediamo con i nostri sensi ci appaia reale, lo è solo perché noi lo percepiamo come tale. Un concetto un po’ ostico ma corroborato da dati e osservazioni che certo non possono essere tacciati di antiscientificità, vista la disciplina da cui provengono.
Impossibile approfondire in poche righe questo concetto, cosa che lascio ai lettori più curiosi.
Per il momento, ci interessa sottolineare che la realtà è un fatto di coscienza – intendendo per coscienza non l’aspetto moralistico ma la consapevolezza di sé e del mondo – poiché dipende dallo sguardo dell’osservatore e quindi dalla sua attenzione consapevole.
Riuscire ad indirizzare lo sguardo delle persone, la loro coscienza, significa quindi modificare la loro percezione della realtà. Abbiamo tutti in mente il film “The Truman Show”, in cui il protagonista viveva in una realtà creata appositamente per lui, fittizia ovviamente, ma vera per il semplice fatto che gli veniva proposta come tale. Senza scomodare il cinema, basterà ricordare ciò che accadeva nei paesi ad est della cosiddetta “cortina di ferro”: le informazioni trasmesse definivano ciò che era vero, verosimile e plausibile. Cambiando regime, non cambia il risultato: anche il nazismo, infatti, è stato prima di tutto un fenomeno di propaganda di massa, basato sulla manipolazione delle coscienze. Come la religione, del resto, che si è sempre preoccupata di far sì che le persone credessero acriticamente ai suoi dogmi. Insomma, chi muove le leve del potere, temporale o religioso, si è sempre adoperato per condizionare la nostra percezione della realtà.
Riassumendo, la realtà è una percezione soggettiva che dipende dalle rappresentazioni (della realtà) che ci vengono proposte. E più queste rappresentazioni ci vengono ripetute più ce ne convinciamo, al punto da considerarle nostre percezioni. Detto in altre parole, una cosa può anche non essere vera ma lo diventa se ce la rappresentiamo o ci viene rappresentata come tale, soprattutto se ci viene ripetuta spesso. Se poi è accompagnata dalla paura, la accetteremo ancora più facilmente e saremo anche più disposti a modificare il nostro comportamento coerentemente con tale rappresentazione. La paura, infatti, offusca la mente e abbassa la soglia del consenso, addormentando temporaneamente il nostro senso critico e la razionalità che ci permetterebbero di valutare la veridicità o, almeno, la plausibilità, di ciò che ci viene proposto. Non ci credete? Allora vi faccio una domanda: secondo voi siamo in guerra? Per le strade vedete forse dei bombardamenti? Sentite le bombe o le mitragliatrici là fuori? Certamente no? Tuttavia, ci comportiamo come se ci fosse davvero la guerra e assumiamo atteggiamenti mentali tipici di un periodo di guerra solo per il fatto che ce l’hanno detto e ripetuto più volte. Allo stesso modo, pur sapendo che la mascherina non ci difende adeguatamente dal virus (secondo l’OMS è efficace solo per chi sta male e per chi se ne prende cura – link), ci siamo convinti del contrario per il semplice fatto che ci è stato detto e ripetuto più volte dalla televisione.
Possiamo quindi enunciare le regole fondamentali della manipolazione di massa.
Regola n. 1 – È possibile convincere qualcuno di qualcosa (qualunque cosa sia, anche la più assurda) semplicemente ripetendogliela continuamente.
Regola n. 2 – Mettere paura (o, all’opposto, creare un clima di esaltazione euforica) è il modo migliore per far sì che il processo di convincimento abbia successo nel minor tempo possibile.
Regola n. 3 – La paura è tanto più intensa (e quindi anche l’effetto persuasivo) quanto più ignoriamo la fonte e la natura del pericolo. Tutto ciò che è invisibile, indefinito, ignoto o non chiaramente identificabile, i cui effetti sono imprevedibili e, in generale tutto ciò che sfugge al nostro controllo ci mette molta più paura di ciò che invece abbiamo la sensazione di poter controllare, anche se i danni che potrebbe causare sono minori. È per questo, ad esempio, che ci sentiamo più tranquilli a viaggiare in macchina che in aereo nonostante la probabilità di avere un incidente sia maggiore alla guida di un’auto.
Regola n. 4 – Se riusciamo a manipolare una buona percentuale di persone, anche gli altri si lasceranno convincere, in virtù dell’“effetto gregge”.
Tutto ciò ci deve far aprire gli occhi sulle modalità e sulla facilità con cui possiamo essere manipolati. Detto questo, non ci resta che provare ad evitarlo, soprattutto in questo periodo in cui rischiamo di farci abbagliare dai tanti proclami di chi, con pretesto di stare lavorando per il nostro bene e per la nostra salute, sta privandoci della libertà e della possibilità di decidere per noi stessi e per la nostra vita.
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