
Le relazioni sono uno scambio interpersonale, un’opportunità di confronto e di condivisione. Attraverso le relazioni abbiamo la possibilità di cambiare in meglio noi stessi, poiché l’altro ci rimanda, come se fosse uno specchio, un’immagine di noi stessi e mette in evidenza quegli aspetti che dobbiamo ancora migliorare.
Tuttavia, le relazioni sono animate anche da dinamiche più torbide che hanno a che fare coi propri bisogni irrisolti, con i propri conflitti interiori e con i condizionamenti che abbiamo ricevuto.
Relazioni e manipolazione
Per qualcuno le relazioni sono uno strumento per esercitare il proprio potere e il controllo sugli altri. In tal caso, parliamo di manipolazione, indicando con tale termine il fatto che una persona sfrutta gli altri per raggiungere i propri scopi. Partendo dalla sua posizione di autorità o dall’ascendente che ha sugli altri, li spinge ad agire e reagire secondo le sue aspettative e i suoi desideri. In altre parole, il manipolatore è una specie di burattinaio che fa muovere gli altri a suo piacimento per soddisfare un suo bisogno di potere e di controllo.
È il caso, ad esempio, della moglie che vorrebbe impedire al marito di frequentare il trekking con gli amici e, a tale scopo, cerca di farlo sentire in colpa rimproverandogli il fatto che si assenta da casa. Ma anche del genitore che non vede di buon occhio la fidanzata del figlio e lo “minaccia” dicendogli che se non la lascia perderà il suo affetto e la sua eredità. O ancora, pensiamo allo studente che per vendicarsi del suo professore incita un amico a bucargli le gomme della macchina dicendogli che se non lo fa è un codardo e un fifone.
Gli strumenti del manipolatore: le leve emotive
Per raggiungere il suo scopo, il manipolatore utilizza delle leve emozionali molto potenti che si appoggiano ad aspetti emotivi e a principi etico-morali che prescrivono cos’è giusto e cos’è sbagliato, come dovremmo essere e come ci dovremmo comportare per essere buoni genitori, buoni figli, buoni mariti o buone mogli, buoni pazienti ecc.. Tali leve emotive sono riconducibili a:
- senso d’inferiorità e d’inadeguatezza. Una persona che si sente inferiore rispetto ad un’altra si pone automaticamente in una posizione di subalternità ed è più disposta a lasciarsi manipolare;
- senso di colpa. Il senso di colpa è uno dei sentimenti più potenti per controllare e indirizzare il comportamento delle persone nella direzione desiderata. Chi si sente in colpa farebbe qualunque cosa pur di ottenere il “perdono” e l’assoluzione e sentirsi a posto con se stesso e con gli altri; anche a costo di rovinare la propria vita. Il senso di colpa, infatti, è strettamente legato al concetto di “peccato” e al bisogno di “assoluzione”;
- bisogno d’approvazione e di riconoscimento. Far leva sul bisogno innato d’approvazione e sul riconoscimento/apprezzamento sociale induce le persone a conformarsi alle richieste comportamentali che arrivano dall’esterno;
- ricatto affettivo. Privare qualcuno del proprio affetto o minacciarlo in tal senso tocca corde emotive ancestrali che hanno radici nel bisogno di ricevere affetto per sentirsi meritevoli come persone.
Il gioco perverso della manipolazione psicologica
Chi manipola non ha, spesso, né l’intenzione né tanto meno la consapevolezza di manipolare l’altro. La manipolazione avviene cioè in modo inconsapevole, partendo dal proprio modo d’essere o da bisogni e problematiche interiori irrisolte di cui la persona non è assolutamente cosciente.
Non solo. La manipolazione funziona perché c’è qualcuno che si fa manipolare. Se qualcuno ha il potere di farci sentire in colpa o inferiori è perché noi per primi ci sentiamo inferiori o colpevoli. Per sviluppare un’immunità nei confronti delle manipolazioni è quindi necessario essere sempre più consapevoli di sé e delle proprie emozioni, cercando di non agire frettolosamente sotto il loro impulso.
Salve, volevo farle una domanda sulla manipolazione.
Quando qualcuno distorce i fatti per incolparti/sottometterti/ferirti e ti attribuisce colpe che non hai ed esagera le cose che fai al punto da renderle irriconoscibili, lo fa sempre utilizzando il meccanismo della proiezione (io ti ho schiaffeggiato/ora ti accuso di avermi schiaffeggiato) oppure può anche accusarti di cose che lui non ha fatto, ma che in quel momento gli viene comodo inventarsi?
Salve, il manipolatore vuole raggiungere il suo obiettivo e per questo è disposto anche accusarci di cose e situazioni che non esistono e che non sono mai accadute ma che lui ha pensato e premeditato nella sua mente con l’unico scopo di farci sentire in colpa, ferirci o comunque tenerci in pugno.
La manipolazione, infatti, è una modalità relazionale “patologica” che prevede, come elemento fondamentale, la distorsione della realtà e l’oggettivazione dell’altro.
La saluto.
la ringrazio per avermi fornito una risposta chiara ad una domanda solo apparentemente teorica. Subisco delle accuse da mesi che ritengo infondate, ma fatte con una tale sicurezza che iniziavo a dubitare delle mie percezioni. Grazie davvero di cuore.
Di niente. E’ stato un piacere poterla aiutare!