
Daniel Barenboim, famoso pianista e direttore d’orchestra, a un intervistatore che gli chiese come si sentisse all’idea di disporre di tutto quel potere come direttore, rispose dicendo che sì lui aveva in mano la bacchetta ma che i suoi gesti sarebbero del tutto inutili se i musicisti non decidessero di adeguarvisi e seguire le sue indicazioni. Who has the power, then? Questa fu la replica di Barenboim, con la quale intese smontare l’idea che il potere fosse nelle mani di chi incarna l’autorità.
Il potere: questo sconosciuto
L’equivoco nel quale frequentemente ci imbattiamo quando pensiamo al potere è vederlo come una caratteristica intrinseca dell’autorità, che lo esercita sugli altri, in maniera unilaterale. Così facendo, perdiamo di vista un aspetto fondamentale; ogni autorità dispone solo di un potere formale, che può essere esercitato solo se altri glielo riconoscono. Quindi siamo noi che diamo potere agli altri, autorità o meno che siano. Non è un caso che nel corso della storia, tutte le civiltà, fino ai nostri giorni, abbiano costruito strutture sociali gerarchiche in cui il potere, concentrato nelle mani di alcune autorità costituite, si reggeva sull’adesione e sull’accondiscendenza delle persone; tutto questo facendo leva sulla paura, sul senso d’inferiorità e sulla sottomissione, necessarie perché le persone continuassero ad alimentare il potere di quelle autorità.
Il potere, quindi, è un attributo individuale, che riguarda la percezione della possibilità di agire e decidere per se stessi e per la propria vita, e che può essere agito nei confronti di altri solo se sono loro a permetterlo. Come in un sistema di vasi comunicanti, meno riconosco di avere potere su me stesso e sulla mia vita più tenderò a dare potere a qualcun altro, e viceversa.
Cosa chiamiamo libertà?
Il concetto di potere è strettamente legato a quello di libertà. Siamo davvero liberi solo quando riconosciamo e accettiamo pienamente il nostro potere, che è il potere di decidere per noi stessi e per la nostra vita.
Al di fuori di questa possibilità, continueremo ad accontentarci di una libertà fittizia, farlocca, proprio come quella che ci viene concessa di questi tempi. Continueremo a sentirci liberi di poter andare a pranzo al ristorante anche se per farlo abbiamo dovuto cedere ad un ricatto; continueremo a credere che c’è qualcuno che si preoccupa della nostra salute anche se lo fa utilizzando la costrizione e la minaccia. E continueremo anche a credere che tutto questo sia giusto, perché ci verrà ripetuto come un mantra che “la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri”; affermazione spesso utilizzata per persuadere le persone a vaccinarsi, accusando coloro che non lo fanno di limitare, col loro atteggiamento da “untori”, la libertà degli altri. Tuttavia, se è vero che la libertà di non vaccinarsi va a limitare la libertà di coloro che sono vaccinati, è vero anche il contrario, e cioè che la libertà di vaccinarsi va a comprimere le libertà di coloro che non sono vaccinati. Inoltre, essendo il vaccino un presidio di tutela della salute individuale e essendo assodato che chi si vaccina può comunque contagiarsi e contagiare gli altri allo stesso modo di chi non è vaccinato, non vaccinarsi non ha alcun impatto peggiorativo sulla salute collettiva, e quindi non limita in alcun modo la libertà degli altri.
Personalmente, sono convinto che questa idea di libertà sia il risultato di un processo di mistificazione che ne ha impoverito il significato riducendola a ciò che possiamo fare nel rispetto altrui.
Detto questo, è ovvio che il mio comportamento deve esser tale da non mettere in pericolo gli altri o limitarne la libertà d’azione. Guidare da ubriaco significherebbe ad esempio mettere a rischio l’incolumità degli altri, oltre che la propria, e per questo è da ritenersi un comportamento deprecabile. Ma è anche vero che una persona veramente libera non potrebbe mai guidare da ubriaca; la libertà implica infatti un meccanismo di auto-regolazione – così come accade in natura, nel mondo animale e in quello vegetale – per cui il proprio agire, e quindi il proprio potere di auto-determinazione, avviene sempre nel rispetto del potere d’auto-determinazione di tutti gli altri.
“La disobbedienza richiede un’intelligenza di ordine leggermente superiore. Qualsiasi idiota può essere obbediente, anzi solo gli idioti possono essere obbedienti. Non significa disobbedire solo per disobbedire…anche quello sarebbe da idiota. La persona intelligente si chiederà prima o poi: PERCHÉ devo fare questa cosa? Se i motivi sono irragionevoli e le conseguenze negative, non voglio essere coinvolto. Così si diventa responsabili di sé.”
Osho
Riappropriarsi del proprio potere personale
Prendendo spunto dalle riflessioni appena fatte, è importante rendersi conto che quello a cui stiamo assistendo, in questo preciso momento storico, è il risultato di un processo di mistificazione della realtà in atto da anni, che ci ha portati, gradualmente e senza che ce ne accorgessimo, a sviluppare una sorta di cecità mentale nei confronti di noi stessi e di quello che ci accade intorno.
Ora siamo giunti ad un bivio. Dobbiamo svegliarci dall’inganno perpetrato ai nostri danni e continuamente alimentato grazie al bombardamento emotivo e all’imponente apparato di distrazione di massa, dalla mistificazione che ci ha tenuti lontani da noi stessi e dal nostro vero potere. Ma vi rendete conto o no che tutto ciò che sta accadendo, accade solo perché siamo noi a permetterlo? Ed ecco, è suonata la campana dell’ultimo giro, l’ultima possibilità che ci è concessa per svegliarci dal sonno della coscienza al quale ci siamo abbandonati. E pensare che basterebbe fare silenzio, spegnere il rumore di fondo, e provare ad ascoltare per percepire quel sottile richiamo che proviene dalla parte più profonda di noi stessi. Quella vera, quella che è sempre stata lì e che ha sempre provato a farsi sentire, nonostante tutto. Quindi, non soffochiamola definitivamente; anzi, alimentiamola con l’ossigeno della consapevolezza, affinché si riaccenda e divampi quel fuoco interiore che vuole finalmente ardere e che scioglierà come neve al sole il velo dell’inganno e i suoi autori.
La consapevolezza farà definitivamente crollare il castello di carte dentro al quale ci siamo lasciati rinchiudere. E nulla sarà più come prima. Questa è l’unica rivoluzione di cui abbiamo davvero bisogno, la rivoluzione delle coscienze, silenziosa ma inarrestabile, l’unica in cui non serve fare qualcosa ma semplicemente essere in contatto con se stessi e con il proprio potere d’auto-determinazione.
libertà di scelta;libertà di scelta; libertà di scelta; libertà di scelta;libertà di scelta
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