
La malattia, sia essa fisica o psicologica, è sempre un evento traumatico che ci sconvolge e ci confronta col senso del limite della natura umana. Il malato inizia subito a farsi delle domande; si chiede: “perché proprio a me? Perché proprio questa malattia? Come posso guarire?”. Dopo la scoperta della malattia inizia così un processo di riflessione su di sé e sulla propria vita.
Il sintomo come messaggio
Al di là dell’approccio di cura che si sceglie di seguire è necessario interrogarsi sul messaggio che la malattia e i suoi sintomi ci vogliono comunicare. Niente succede per caso; tutto accade per un preciso motivo. Dietro ad ogni problema di salute c’è qualcosa che non sta funzionando in noi e nella nostra vita e che si manifesta sotto forma di malattia, diventando visibile nel corpo in modo che non possiamo più ignorarlo.
Vista così, la malattia è una possibilità che ci viene offerta per cambiare; un campanello d’allarme, che possiamo continuare a ignorare oppure provare a comprendere, prendendoci la responsabilità di noi stessi e della nostra salute.
L’istinto al servizio della vita
In ogni essere umano c’è infatti una tendenza evolutiva innata, una spinta a perfezionarsi e manifestarsi pienamente per quel che può diventare, in tutte le sue potenzialità; un po’ come il seme contiene in sé il progetto di diventare una pianta. Affinché questa spinta evolutiva possa esprimersi, c’è però bisogno del giusto nutrimento; così come i semi, per trasformarsi in piante, hanno bisogno della terra, dell’acqua e della luce.
Se non ci diamo il giusto nutrimento, se non ci diamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, non solo in senso materiale ma anche a livello interiore, spirituale, i nostri processi vitali si bloccano e questo blocco, prima o poi, si manifesta nel corpo, sotto forma di malattia.
Cos’è che altera il nostro equilibrio e crea la base per la malattia? Mangiare e vivere in maniera sregolata, lasciarsi andare a eccessi d’ira che sfuggono al nostro controllo, ostinarsi a seguire strade che non ci appartengono, voler possedere cose che non fanno parte della nostra vita o volere accanto a sé persone che non sono previste sul nostro cammino. Ma soprattutto, nutrire e coltivare pensieri e sentimenti negativi verso se stessi (sensi di colpa, inferiorità ecc.) e verso gli altri (odio, rancore, vendetta, invidia, ecc.).
La mente ordina, il corpo esegue
Com’è possibile che qualcosa di immateriale come un pensiero o una scelta di vita sbagliata possa determinare una vera e propria malattia fisica? È possibile guarire con la mente?
Una risposta in tal senso ci viene dalla psiconeuroendocrinoimmunologia, una disciplina che studia il rapporto tra psiche, sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario.
Secondo tale approccio, ogni pensiero o stato mentale stimola la produzione, a livello cerebrale, di specifiche molecole: come dei veri e propri messaggeri chimici, queste molecole (peptidi, ormoni e neurotrasmettitori) informano tutto il corpo di ciò che accade a livello mentale. Ogni nostro pensiero, quindi, determina un certo stato emotivo, che si propaga ovunque nel corpo attraverso la produzione di specifiche molecole chimiche. Ancor più interessante è il fatto che tali molecole non sono prodotte solo dal cervello, ma sono presenti in ogni parte del corpo, così come in ogni parte del corpo esistono recettori specifici, ovvero “serrature” adatte ad accogliere quelle molecole e il loro messaggio.
In tal senso, potremmo dire che ogni cellula “sente” e “percepisce” ciò che accade a livello mentale; ma anche che ogni cellula “pensa” e che tale informazione si trasmette a tutte le altre cellule del nostro corpo, influenzando il funzionamento dell’intero sistema.
Una questione resta però ancora da chiarire; come uno stato mentale, per definizione immateriale, possa tradursi in un messaggio chimico. In altre parole; come avviene il passaggio dalla “non materia” alla materia?
Questo fatto, inspiegabile secondo il modello biomedico di tipo meccanicistico a cui siamo abituati, trova invece una spiegazione scientifica nelle recenti scoperte della fisica quantistica.
La natura vibrazionale della materia
Secondo i fisici, tutto ciò che esiste nell’universo è riconducibile ad un campo vibrazionale elettromagnetico e quindi a una forma di energia. Come affermavano i mistici, tutto è energia e vibrazione. Anche lo spazio vuoto, in realtà, è un continuo e incessante movimento di particelle che alla nostra percezione risultano invisibili ma che, scendendo a un livello microscopico, assumono la forma di un campo vibrazionale continuo: un po’ come l’oceano, che visto dall’alto appare calmo e tranquillo ma che, visto da vicino, dal bordo di una barchetta, si mostra in tutta la sua irruenza come un susseguirsi di onde e increspature.
Il collante della materia
Lo stesso vale per la materia di cui è fatto il nostro corpo; se potessimo osservarla a livello molecolare, scopriremmo che ogni atomo di cui è composta non è una struttura stabile e solida, ma un campo vibrazionale elettromagnetico. L’atomo, infatti, è costituito da un nucleo centrale attorno al quale, in virtù di una forza d’attrazione elettromagnetica che li lega ad esso, ruotano incessantemente un certo numero di elettroni, che avendo una carica negativa, sono attratti dalla carica positiva dei protoni, presenti in egual numero all’interno del nucleo atomico. Questi elettroni, oltre ad essere attratti dal loro nucleo, risentono anche della forza d’attrazione esercitata nei loro confronti dai nuclei degli atomi vicini. Questo fa sì che gli atomi si leghino chimicamente tra loro a formare le molecole di cui è costituita la materia.
La cosa per noi più interessante, però, è il fatto che i legami chimici tra gli atomi dipendono da forze attrattive di tipo elettromagnetico. Se tali forze si indeboliscono anche i legami tra gli atomi si allentano e la materia tende a disgregarsi. Ciò significa che la chimica del nostro corpo è subordinata alle forze elettromagnetiche di cui è costituito il nostro corpo a livello sub-atomico (o perlomeno chimica e elettromagnetismo hanno lo stesso peso e si influenzano reciprocamente). Basti pensare all’effetto placebo, in virtù del quale un non farmaco può avere la stessa o anche maggiore efficacia di un farmaco, a seconda delle convinzioni e delle credenze della persona.
Guarire con la mente: l’energia dei nostri pensieri
Anche i nostri pensieri producono un campo vibrazionale elettromagnetico, che influenza il campo vibrazionale degli atomi di cui è fatto il nostro corpo e la forza attrattiva (elettromagnetica) che tiene gli atomi legati tra loro.
Questione di vibrazioni
Più alta è la frequenza vibrazionale dei nostri pensieri (pensieri positivi – es. gioia, fiducia, gratitudine e amore verso se stessi e verso tutto ciò che ci circonda) maggiore è la forza attrattiva che gli atomi possono esercitare tra loro. Ciò determina, a livello generale, una maggiore stabilità della materia e contribuisce, nello specifico, anche a creare molecole chimiche il cui effetto positivo si trasmette in tutto il corpo (i neurotrasmettitori e peptidi precedentemente citati). Pensieri con una bassa frequenza vibrazionale (pensieri negativi – es. di depressione, rabbia, colpa ecc. nutriti verso se stessi e verso gli altri) abbassano invece anche la frequenza vibrazionale degli atomi e riducono la forza attrattiva tra di essi. In tal modo, si allentano i legami tra gli atomi, la materia tende a disgregarsi e si abbassa la frequenza energetica generale, creando un terreno fertile per lo sviluppo della malattia.
Possiamo quindi dire che la malattia si manifesta come uno squilibrio biochimico ma è il risultato di uno squilibrio energetico (elettromagnetico) determinato da pensieri e atteggiamenti sbagliati verso se stessi e verso la vita. Ciò significa che siamo responsabili del nostro stato di salute e abbiamo in noi anche la forza e la capacità per attivare un processo d’auto-guarigione.
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