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Stefano FALCINI

PSICOLOGO e PSICOTERAPEUTA

Home > Blog > Leader si nasce o si diventa?

Leader si nasce o si diventa?

05/04/2017 by Stefano Falcini Lascia un commento

fiducia in se stessi

La leadership è un insieme di capacità, un’attitudine innata, che però può essere affinata e perfezionata. Leader si nasce…ma si può anche diventare! Essere leader è qualcosa di più e di diverso dall’essere un capo: ci sono capi che non sono leader e leader che non rivestono alcun ruolo di responsabilità.

Identikit del leader

Ma chi è il leader? Leader è colui che riesce a trasmettere una visione comune e motivare le persone al raggiungimento di un obiettivo. Il leader delega anziché accentrare, stimola l’autonomia anziché la dipendenza, si lascia guidare dal suo intuito e dall’intelligenza del cuore più che dalla razionalità e dalle teorie più “alla moda” del momento. In ogni situazione è colui che riesce ad avere una visione più distaccata e chiara sulle cose.
Leader è colui che rinuncia a cogliere un vantaggio immediato e alla tentazione di un facile risultato in favore di un obiettivo più “grande” e più ambizioso.
È colui che guarda al percorso più che alla meta, pur avendola ben chiara.
È colui che riesce a trasmettere agli altri passione per ciò che fanno e fiducia in se stessi. Anzi, parlerei proprio di fede, intesa come certezza incrollabile, convinzione assoluta nel raggiungimento di un certo obiettivo. Il leader sa che una certa cosa accadrà, pur non sapendo né come né quando. Potremmo definirlo una sorta di “lucido” visionario, un trascinatore, che, facendo leva sulla sua autorevolezza e sul suo modo di porsi agli altri, riesce a coinvolgere le persone, tirando fuori il meglio delle loro capacità e risorse. Ma come si diventa leader autorevoli?

“Se le tue azioni ispirano gli altri a sognare di più, imparare di più, fare di più e diventare di più, sei un leader”

John Quincy Adams

Le qualità della leadership

Fiducia in se stessi, senso di responsabilità, atteggiamento mentale positivo, capacità relazionali ed empatiche: sono queste le condizioni necessarie da possedere o da sviluppare per essere un leader. Vediamole una ad una.

Fiducia in se stessi

La fiducia in se stessi si sviluppa a partire da ciò che fin da piccoli ci viene detto in merito a ciò che siamo. Se la persona matura una convinzione del proprio valore come individuo, avrà la forza per credere in se stessa e affidarsi alle proprie sensazioni per orientarsi nella vita.
La fiducia in se stessi è legata alla presa di responsabilità per se stessi e per la propria vita. Più credo in me stesso, meno avrò bisogno di attribuire agli altri la colpa, la responsabilità o anche il merito di ciò che mi accade. Ciò significa aprirsi anche alla possibilità di imparare dai propri errori, ricalibrando e ri-orientando le proprie azioni senza cadere in facili vittimismi o auto-colpevolizzazioni.

Atteggiamento mentale del leader

Per perseguire i propri obiettivi e ispirare le persone in tal senso il leader ha anche bisogno di avere un atteggiamento mentale positivo. Il leader sa che la realtà è costruita mentalmente: accade ciò che noi immaginiamo e di cui siamo convinti. Per questo è importante avere sempre in mente il risultato che si vuole raggiungere come se si fosse già ottenuto. Anche se i fatti ci dimostrano il contrario. Questa è la fede che smuove le montagne!

Doti relazionali del leader

In ultimo, ma certo non per importanza, la leadership richiede delle qualità empatico-relazionali. Potremmo addirittura dire che senza queste qualità un leader non può ritenersi tale, anche se incarna perfettamente le altre; un po’ come lo sportivo che pur avendo grandi potenzialità individuali e allenandole al meglio non riesce ad esprimerle nella sua performance.
Il leader deve saper ascoltare gli altri e saper comunicare con loro. Dev’essere in grado di porre critiche costruttive all’operato dei suoi collaboratori; deve sapersi mettere nei loro panni per comprendere chi sono, quali sono i loro bisogni, le loro aspirazioni, le loro capacità ed attitudini, individuando anche le leve più giuste per stimolarli a dare il meglio di sé. In tal senso deve saper avere anche una funzione motivazionale, di attivatore e catalizzatore nell’espressione delle potenzialità altrui.


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