
Di fronte ad accadimenti così tragici come quello di Parigi degli ultimi giorni non possiamo rimanere indifferenti. Il dispiacere e l’umana compassione per la morte di tante persone sono del tutto normali, così come la condanna di tali episodi di violenza. Tali eventi e la loro risonanza massmediatica, hanno importanti ricadute su di noi a livello psicologico.
Veniamo infatti profondamente turbati dal punto di vista emotivo. Certe cose ci colpiscono direttamente “alla pancia” e fanno scattare in noi una sensazione di paura e d’inquietudine che finisce per condizionare il nostro stato d’animo e il nostro stesso atteggiamento verso la vita. Senza che nemmeno ce ne rendiamo conto, rischiamo di chiuderci in noi stessi e lasciare che pessimismo e disillusione prendano il sopravvento.
Emozioni e sensazione di pericolo
La paura e l’ansia ci fanno vivere un continuo stato d’allarme. Improvvisamente cominciamo a pensare che il pericolo potrebbe essere ovunque, dietro l’angolo o nello sconosciuto che incrociamo per strada, e questo amplifica la nostra percezione d’insicurezza e d’impotenza.
Rabbia e coinvolgimento emotivo
Così facendo nasce in noi la rabbia che, sommata alla rabbia di tante altre persone, crea un campo energetico negativo che si espande all’esterno. Si innescano così delle reazioni emotive a catena, manifestazioni di indignazione e protesta collettiva che diventano veri e propri sfoghi catartici attraverso i quali le persone chiedono alle autorità preposte maggiori controlli e maggior sicurezza sociale. Così facendo, le persone finiscono col rendersi sempre più dipendenti da regole e interventi esterni, rafforzando la propria percezione d’impotenza e accrescendo il clima di rabbia che, come un’ondata di piena, si diffonde ulteriormente tra le persone.
E’ evidente che se ci lasciamo coinvolgere all’interno di questa spirale diventiamo vittime delle nostre stesse emozioni negative.
La soluzione dentro di noi
Cosa fare, allora? Per prima cosa, non lasciarsi contagiare dall’ondata emozionale che scaturisce dalla risonanza mediatica di certi eventi. Il che non significa diventare insensibili, ma fare in modo che non siano le nostre emozioni negative a controllarci e a guidare il nostro comportamento. Del resto, pensateci, vorreste essere operati da un chirurgo a cui trema la mano perché ha paura di farvi del male o di sbagliare?
Secondo, smettere di sentirsi impotenti e vittime delle circostanze. Ciò che pensiamo di noi stessi condiziona infatti il nostro modo di pensare, il nostro atteggiamento mentale e quest’ultimo si trasmette all’esterno, influenzando energeticamente, attraverso una specie di “effetto domino”, l’ambiente in cui viviamo e le persone che abbiamo intorno. Ecco perché è così importante concentrarsi su se stessi proprio quando tutto ci spinge, invece, a sintonizzarci su ciò che accade all’esterno.
Mi piace pensare che ognuno di noi sia un po’ come una candela. Se riesce a mantenere accesa la propria fiamma senza lasciarsi soffocare dagli eventi esterni, ha la forza necessaria per illuminare e farsi notare anche in una stanza completamente buia. E può accendere la fiamma anche in coloro che gli sono accanto, moltiplicando l’effetto della luce. Allora? Vi sentite ancora così impotenti?!!
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