Per capire il disturbo di personalità dobbiamo prima capire cos’è la personalità. La personalità è un costrutto psicologico che si riferisce all’insieme delle caratteristiche con cui il nostro “io” si esprime e si manifesta. Essa indica un modo strutturato di pensare, di sentire, agire e porsi in relazione con il mondo, che dà alla persona un senso di unicità, continuità e stabilità del proprio esistere e che si costruisce attraverso l’interazione tra individuo e ambiente. La personalità può essere analizzata:
- da un punto di vista strutturale, prendendo in considerazione i tratti, ovvero i “mattoni” che la costituiscono, intesi come schemi e disposizioni ad esperire emozioni, a elaborare informazioni e ad agire in modo sostanzialmente uniforme al variare delle situazioni esterne;
- da un punto di vista dinamico, prendendo in esame il funzionamento della personalità come sistema e analizzando i meccanismi che hanno contribuito alla costruzione dell’identità e degli schemi che oggi regolano come la persona pensa, sente, agisce e si muove nel mondo.
Caratteristiche del disturbo di personalità
Siamo in presenza di un disturbo di personalità quando i rigidi schemi che la persona utilizza per relazionarsi agli altri e agire nel mondo si scontrano con la realtà, compromettendo il funzionamento sociale e lavorativo della persona e innescando uno stato di sofferenza interiore che la trasforma in una “bomba ad orologeria”, pronta ad esplodere da un momento all’altro.
I principali nodi problematici del disturbo di personalità, sono:
- l’instabilità e la scarsa definizione dell’identità. La persona con disturbo della personalità non ha un’immagine definita e stabile di sé. Ciò significa che il modo in cui vede se stesso cambia a seconda della situazione e delle persone con cui si trova. Ad esempio, può alternativamente vedersi come una persona crudele o gentile. Oppure, può avere dei valori e comportarsi in modo incoerente con tali valori; può essere profondamente religioso quando si trova in chiesa, ma irriverente e irrispettoso altrove. L’autostima può essere irrealisticamente alta o bassa.
- Le difficoltà interpersonali: il soggetto affetto da disturbo della personalità ha problemi a stringere rapporti stabili e intimi con altri. Può essere insensibile verso gli altri o emotivamente distaccato, oppure mancare di empatia.
- La difficoltà nel controllo degli impulsi, ovvero l’incapacità di resistere ad un impulso, ad un desiderio impellente, o alla tentazione di compiere un’azione pericolosa per sé o per gli altri.
- Disregolazione emotiva, intesa come incapacità a riconoscere, gestire e modulare le proprie reazioni emotive, vissute spesso in modo esagerato, inappropriato e teatrale.
Le classificazione dei disturbi di personalità e i concetti base
- Paranoide: diffidenza e sospetto.
- Schizoide: disinteresse verso gli altri.
- Schizotipico: idee e comportamenti strani o eccentrici.
- Antisociale: irresponsabilità sociale, disprezzo degli altri e disonestà e manipolazione degli altri per un guadagno personale.
- Borderline: problemi nel restare soli (a causa della paura dell’abbandono), problemi nel controllo delle emozioni e comportamento impulsivo.
- Istrionico: bisogno di attenzione e comportamento plateale.
- Narcisistico: fragile autostima, bisogno di essere ammirati e distorsione esagerata dell’autostima (definita megalomania).
- Evitante: evitare il contatto interpersonale per paura del rifiuto.
- Dipendente: sottomissione e dipendenza (dovuto a un’esigenza di essere accuditi).
- Ossessivo-compulsivo: perfezionismo, rigidità e ostinazione.
Sapevate che…
Il soggetto affetto da disturbo della personalità spesso non è davvero motivato a cambiare: infatti, non si rende conto di avere dei problemi e tende ad attribuire ad altri la responsabilità dei suoi fallimenti e delle sue difficoltà relazionali. Per questo motivo, frequentemente chiede aiuto solo per alleviare i sintomi dell’ansia e della depressione.