
*Lucio Anneo Seneca
Siamo abituati a considerare il delirio una prerogativa dei matti, dei folli i quali, per l’assoluta convinzione con cui sostengono le loro idee – che peraltro non hanno alcun fondamento nella realtà – vengono spesso isolati e ricoverati in luoghi di cura dove è minimizzato il rischio che possano arrecare danno a se stessi e agli altri.
Ebbene, oggi, guardandomi attorno, ho l’impressione di assistere ad un capovolgimento della realtà e, sinceramente, faccio fatica a distinguere coloro che essendo affetti da patologie psichiatriche sono costretti a vivere confinati in luoghi di cura da molti di coloro che, a vario titolo, parlano in televisione o girano per le strade delle nostre città.
Vorrei poter dire che ciò accade perché la tanto auspicata integrazione tra il mondo dei matti e quello dei savi si sta in qualche modo realizzando. Ma poi apro gli occhi, e mi rendo conto che è la follia ad aver contagiato i sani e non la sanità ad aver integrato i folli, come sarebbe stato desiderabile.
Un’ulteriore precisazione. Chi ha avuto modo di interloquire con un paziente delirante sa che è impossibile convincerlo della fallacia delle sue argomentazioni, che risultano inattaccabili dal punto di vista logico. Oltre a ciò, chi delira si comporta in modo perfettamente coerente con le sue convinzioni. L’aggettivo “delirante“, per come lo utilizzerò qui di seguito, è invece riferito non solo a tutto ciò che è campato in aria e non ha alcun riscontro oggettivo, ma anche a ciò che si distingue per ignoranza, incompetenza e totale incoerenza tra le argomentazioni proposte e le indicazioni e i comportamenti che ne conseguono. Detto questo, entro subito nel merito della questione.
Delirante è stato l’agire del nostro governo, che dopo aver inizialmente sottovalutato il problema ha decretato la chiusura totale e indiscriminata di un intero paese sull’onda della paura innescata dal precipitarsi degli eventi e dal rimbalzare delle notizie, e si è guardato bene dall’utilizzare il buon senso e il ragionamento ponderato sui dati clinici e statistici, che avrebbe dovuto guidare fin dall’inizio l’azione di chi ha responsabilità di gestione della “cosa pubblica”.
Delirante, poiché confusa, disorganizzata e contraddittoria è stata la comunicazione istituzionale relativamente a ciò che potevamo o non potevamo fare, a ciò che sarebbe stato utile fare per evitare il contagio e a quelli che erano i reali pericoli della situazione. Senza contare le energie e le risorse impiegate a vessare e limitare le libertà dei cittadini che si godevano la loro ora d’aria quotidiana mentre, contemporaneamente, si restituiva la libertà a pericolosi criminali.
Delirante il fatto che si sia affidato il destino di un intero paese, di individui, famiglie e imprese a un ristretto gruppo di “scienziati” o “esperti” che, in un moto di arroganza e supponenza, sventolavano quotidianamente le loro ipotesi – da loro stessi smentite il giorno dopo – e i loro numeri, senza alcuna contestualizzazione e senza fornire alcuna spiegazione sulla distribuzione delle diverse cause di morte e delle relative percentuali; dati e numeri che spesso, inoltre, non avevano alcun legame con i dati clinici che arrivavano da chi lavorava “sul campo”, dai quali emergevano evidenze diverse da quelle annunciate nelle conferenze stampa.
Delirante anche l’atteggiamento di molte persone che, complice la paura e il clima di terrore mediatico, hanno messo in pausa la loro intelligenza e la loro capacità di ragionamento, assecondando il delirio di controllo di chi impartiva loro ordini, ordinanze e restrizioni varie delle libertà personali. Un po’ come nella folie à deux , un disturbo psicopatologico dove i soggetti coinvolti, uno “dominante” e l’altro “dominato”, rinforzano a vicenda il loro delirio in un rapporto malato e totalmente avulso dalla realtà che li circonda.
Delirante il fatto che in ogni comunicazione del comitato medico-scientifico non si sia mai parlato di uno dei protagonisti principali della scena, che tra l’altro gioca un ruolo di primaria importanza in qualsiasi lotta che il nostro organismo ingaggia contro agenti patogeni di tutti i tipi: il nostro sistema immunitario. Mai un riferimento alle capacità difensive e d’autoguarigione del nostro corpo e a come queste potessero essere potenziate e rafforzate. Una mancanza, questa, che sta a testimoniare come in questi ultimi 3 mesi siano state gettate alle ortiche centinaia d’anni di conoscenze e acquisizioni della scienza medica.
E del vaccino salvifico che dovrebbe liberarci definitivamente dal male invisibile vogliamo parlarne? Impossibile, visto che con ogni probabilità, come ci dicono i virologi più accorti, avrà la stessa efficacia che potrebbe avere andare a pesca con una rete bucata.
Delirante è stata la gestione del settore dell’istruzione e le ipotesi sulla sua gestione futura, che ha visto l’alternarsi degli scenari più fantasiosi, ispirati a qualsiasi tipo di principio tranne che a quelli psico-pedagocici che ne dovrebbero costituire le fondamenta.
Delirante la regolamentazione richiesta per la ripresa delle attività imprenditoriali “in sicurezza”, dove l’unica cosa ad essere sicura è la riduzione del fatturato e l’ilarità degli avventori più acuti, ai quali non sarà certo sfuggito il fatto che la maggior parte delle misure previste serve a prevenire il contagio più o meno allo stesso modo in cui nascondere la polvere sotto al tappeto potrebbe contribuire alla pulizia del locale.
Delirio nel delirio, il fatto che molte persone girano per strada, a piedi o in macchina, con la loro museruola d’ordinanza, continuando ad indossare mascherina e guanti anche quando non serve e non è previsto; anche oggi che il virus sembra essere clinicamente scomparso o quantomeno declassato a insignificante comparsa di quel teatrino che viviamo quotidianamente. Una specie di delirio paranoico, quest’ultimo, poiché oggi le persone si difendono da un pericolo che non esiste, se non nella loro mente. Senza considerare il fatto che molti credono di essere protetti e di proteggere gli altri utilizzando la mascherina, mentre è chiaramente dimostrato il danno alla salute per chi la indossa e l’assenza di benefici per la salute altrui. Potrei proseguire oltre, ma rischierei di annoiarvi. E poi, in questi mesi ne abbiamo viste e sentite già troppe.
Un’ultima cosa però vorrei dirla e riguarda il rischio di rimanere imprigionati nella nostra stessa rete, lasciando che il delirio si strutturi e abituandoci a credere che quella di cui siamo convinti e ci hanno convinti sia la verità. Unico antidoto, iniziare a mettere in discussione le nostre stesse convinzioni, cercando di ragionare con la nostra testa a partire dai dati che abbiamo a disposizione. E soprattutto, iniziare a fidarci di noi stessi e della nostra percezione delle cose, smettendola di lasciarci coinvolgere emotivamente dalle notizie che ci arrivano dalla televisione e dai giornali.
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