Per visualizzazione mentale s’intende una rappresentazione mentale consapevole di qualcosa che non è fisicamente presente davanti ai nostri occhi. In sostanza, la visualizzazione mentale è l’atto di creare o vedere delle immagini che esistono solo nella propria mente.
Comunemente, si crede che l’immaginazione si contrapponga alla percezione; tuttavia, vari studi hanno dimostrato che il nostro cervello non è capace di distinguere tra un evento reale ed uno immaginario e l’immaginazione utilizza molti dei meccanismi cerebrali della percezione visiva.
Ciò significa che immaginare una mela, anche ad occhi chiusi, attiverebbe la corteccia visiva allo stesso modo di quando la mela si trova davvero davanti ai nostri occhi.
Immaginazione e azione
W. B. Carpenter nel 1852 scoprì il “principio ideomotorio“, secondo cui immaginare un movimento provoca una leggera stimolazione dei muscoli coinvolti nel movimento immaginato. Studi più recenti hanno dimostrato che visualizzare mentalmente una sequenza di azioni accende le regioni del cervello che eseguono quelle azioni.
C’è quindi un collegamento diretto tra immagini mentali ed azioni. Concretamente, significa che un movimento eseguito immaginando (visualizzando), ad es., di afferrare, respingere o disegnare un oggetto coinvolge il sistema nervoso molto più dello stesso gesto eseguito solo meccanicamente, stimolando e sviluppando in tal modo la propriocezione di quella specifica articolazione o area corporea (Reed, 1996).
Dalla mente al corpo
Il linguaggio prevalente della nostra mente è quello delle immagini. Tutte le volte che pensiamo o diciamo qualcosa, la parola e il pensiero astratto sono sempre accompagnati, spesso preceduti, e sempre sostanziati da un’immagine che descrive e rappresenta ciò che vogliamo esprimere. Se pensiamo o diciamo albero nella nostra mente appare l’immagine di uno specifico tipo di albero che descrive precisamente ciò che parole e pensieri fanno fatica a esprimere.
In più, ogni immagine che appare nella nostra mente si riversa sul corpo attraverso il principio ideomotorio e quello dell’ideoplasia. Vari studi hanno dimostrato la possibilità di influenzare diversi parametri fisiologici tramite le visualizzazioni mentali: battito cardiaco, pressione sanguigna, attività elettromiografica, percezione del dolore, processi di guarigione e riabilitazione ecc.
Utilizzando le visualizzazioni in maniera appropriata e mirata è quindi possibile indurre uno stato di rilassamento psicofisico, con un aumento delle onde alfa a livello cerebrale, una diminuzione della frequenza cardiaca e respiratoria e una regolazione della produzione dell’ormone cortisolo. Inoltre, vi è una maggior produzione di melatonina con conseguente miglioramento della qualità del sonno e della sincronizzazione dei ritmi biologici.
Come utilizzare le visualizzazioni?
Per sfruttare al meglio le potenzialità della visualizzazione mentale, è necessario seguire alcuni accorgimenti.
- indurre uno stato di rilassamento poiché le immagini mentali affiorano più fluidamente se la mente e il corpo sono liberi da tensioni;
- “progettare” accuratamente (prima dell’esercizio di visualizzazione) le immagini da visualizzare, che devono essere chiare ed inequivocabili e presentare il risultato desiderato come se fosse già realizzato. In aggiunta, si può anche visualizzare il processo che porta al raggiungimento dell’obiettivo;
- potenziare l’effetto della visualizzazione associandovi l’emozione positiva sperimentata per il raggiungimento dell’obiettivo;
- creare visualizzazioni con appigli sensoriali molteplici. L’aspetto visivo dovrebbe cioè essere accompagnato, ove possibile, da sensazioni tattili, olfattive, uditive, gustative e anche cinestesiche, per amplificarne e potenziarne l’effetto;
- essere costanti e determinati nella pratica della visualizzazione.