Le affermazioni sono delle frasi, delle espressioni che, più o meno consapevolmente, ci ripetiamo continuamente dentro di noi. La nostra mente, infatti, è sempre occupata da qualche pensiero o immagine e questi contenuti mentali costituiscono il nostro dialogo interiore.
La cosa importante da sapere è che il nostro dialogo interiore orienta e condiziona cosa proviamo, come ci sentiamo e anche quello che ci accade nella vita.
Le affermazioni si comportano come degli ordini che arrivano dall’alto e che poi si trasformano in segnali bio-chimici che producono i loro effetti in tutto il corpo. Questo principio di trasmissione dalla mente al corpo fu teorizzato nel lontano 1894 da A. Forel, che lo definì “ideoplasia”, e fu indagato sperimentalmente nel 1925 da due fisiologi austriaci (Allers e Scheminzky); successivamente, negli anni ’30, fu ripreso da J. Schultz che proprio sulla base di tale principio ideò il suo Training Autogeno.
Dove nasce il dialogo interiore?
Da dove arriva il contenuto delle affermazioni che ci ripetiamo? Le affermazioni esprimono ciò che pensiamo di noi stessi e della vita; sono il condensato dell’educazione e dei condizionamenti socio-culturali che abbiamo ricevuto e che si sono impressi nel nostro subconscio. In breve, sono qualcosa che ci è stato appiccicato addosso e che noi, spesso senza nemmeno rendercene conto, crediamo essere nostro. Non riuscirò mai a farcela…Di sicuro è colpa mia…Sono uno stupido…Tanto non guarirò mai…Le cose andranno sempre peggio…Mi merito tutto quello che di brutto mi succede…Sono un fallito e non combinerò mai nulla di buono nella vita; sono solo alcuni esempi di affermazioni che molto frequentemente ci ripetiamo in modo automatico. Il risultato è l’innescarsi di una dinamica di autosabotaggio che da vita ad un conflitto interiore: da una parte, infatti, desideriamo star bene e avere il meglio dalla vita; dall’altra, il nostro dialogo interiore, quando è basato su affermazioni negative, boicotta, attraverso il nostro subconscio, i nostri buoni propositi e ci spinge all’interno di una dinamica autodistruttiva del quale spesso non capiamo il senso e ci fa sentire frustrati e impotenti.
Il pensiero positivo
La domanda che ora dobbiamo porci è la seguente: come possiamo modificare il nostro dialogo interiore e tornare ad essere i migliori alleati di noi stessi? Imparando ad utilizzare al meglio le affermazioni positive (gli strumenti più potenti del pensiero positivo), così da riprogrammare il nostro subconscio nella direzione desiderata. Le affermazioni, infatti, sono paragonabili a degli ordini che diamo al nostro subconscio e che lui si preoccupa di realizzare. Niente di magico. Si tratta di un processo simile a quando inseriamo un programma nel nostro computer: l’hardware restituisce dei risultati sulla base delle informazioni e delle direttive del software. Uscendo dalla metafora, ogni volta che ci ripetiamo una certa affermazione, questa da vita ad un’emozione che si trasmette in tutto il nostro corpo; l’emozione implica una predisposizione ad agire coerentemente con il pensiero formulato, influenzando così il nostro comportamento. Un comportamento che si ripete crea un’abitudine la quale, consolidandosi, determina la nostra realtà e di conseguenza, la nostra vita e il nostro destino.
Le affermazioni in pratica
Dal punto di vista tecnico, le affermazioni sono delle semplici frasi che devono essere formulate in modo da includere chiaramente il desiderio che vogliamo realizzare, l’obiettivo che vogliamo raggiungere o la qualità che vogliamo acquisire. La frase deve essere espressa al presente e non deve contenere ciò che non vogliamo ma esprimere quello che vogliamo, come se fosse già realizzato, raggiunto o acquisito. Il nostro subconscio, infatti, non considera le negazioni e le tratta come se non esistessero, interpretando il messaggio esattamente all’opposto di quella che è la nostra reale intenzione. Così, la frase Non voglio aver paura sarà tradotta dal nostro subconscio come Voglio aver paura, e questo si adopererà per realizzare tale desiderio, aumentando la nostra sensazione di paura. La nostra affermazione dovrebbe invece contenere il contrario della paura ovvero il coraggio: dicendoci, ad esempio, Io sono il coraggio, andremo a rinforzare proprio quella qualità positiva che vorremmo acquisire.
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